Nell’ambito dell’Art Program diretto da Piero Gilardi, GREENHOUSE (AUTUMN) è la terza mostra del ciclo espositivo che prende spunto dalla struttura ospitante: la serra. Greenhouse (dall’inglese appunto serra), è infatti lo spazio – solitamente realizzato in vetro – che irradia e trasmette calore a tutti gli organismi viventi compresi nella sua struttura; è l’architettura che, proprio in autunno, diventa metaforicamente custode della natura per la conservazione e preservazione di specie particolari in attesa dell’inverno.

E in questo clima di attesa, attraverso differenti processi e pratiche artistiche esplorati nei lavori di Diego Bonetto, Nicola Toffolini e Laura Viale, la collettiva intende tracciare un ampio paesaggio di interpretazioni del vivente, del reale e del naturale. Diego Bonetto (1969, Torino, vive a Sydney), mettendo a punto bedaForager - un’installazione interattiva con l’impiego di software e palmari – disegna un percorso vegetale (permanente e aggiornabile) tra le specie autoctone e spontanee del parco. A partire, infatti, dalle sue azioni collettive, l’artista crea al PAV una sorta di tour guidato dentro e fuori la struttura, riflettendo così sui comportamenti e le abitudini che regolano le relazioni tra l’individuo e la società secondo un’idea biopolitica dell’arte, vale a dire quando il controllo delle condizioni della vita diventa materia politica.

Giù la testa vs su la testa, di Nicola Toffolini (1975, Udine) – vera e propria macchina programmata secondo un rigido regime di controllo – è invece testimone di una dialettica tra artificiale e naturale nella volontà di fare proprie le leggi rigorose della natura. Nello spazio centrale, a saturare la serra è Bosco nel senso stretto del termine, segno forte del passaggio di Toffolini che modifica l’area con i suoi imballi in cartone lasciati come in deposito al Pav e in cui sono conservate temporaneamente delle piante sempreverdi; transito di una stagione prima della messa a dimora in esterno.

Infine, i video di Laura Viale (1967, Torino) esplorano il paesaggio attraverso una visione densa di allegorie. Le immagini di Alla fine del mondo, tese e concentrate tra reale e virtuale, si presentano come dispositivi per creare, insieme, forti suggestioni emotive e una diversa messa a fuoco nello spettatore. Il ciclo GREENHOUSE, si pone dunque come una delle tante modalità per ripensare le pratiche artistiche di oggi in relazione alle cose che ciclicamente si e ci trasformano. In evoluzione.

Parallelamente, negli spazi esterni del PAV, nell’ambito di VILLAGE GREEN, che già comprende La Folie du Pav di Emmanuel Louisgrand e Pedogenesis_Orto-Arca di Andrea Caretto e Raffaella Spagna, inaugura Scavo, l’installazione ambientale dell’artista spagnola Lara Almarcegui, una riflessione sulle diverse stratificazioni del suolo alla scoperta del passato sociale, geologico e industriale dell’area del parco presa in esame.

In relazione alle opere presenti in mostra, la sezione Attività Educative e Formative – coordinata da Orietta Brombin – propone laboratori, percorsi formativi e workshop, che permettono ai cittadini di diventare parte attiva della vita culturale del museo e delle tematiche in esso affrontate. Tutte le proposte laboratoriali in programma sono declinate in base alle differenti fasce d’età e sono accessibili alle persone con disabilità.

La mostra Greenhouse (Autumn) e i progetti di Village Green sono compresi all’interno della rassegna Contemporary Art Torino Piemonte 2009 e sono resi possibili grazie al sostegno e al patrocinio della Città di Torino e al contributo della Compagnia di San Paolo.