Village Green

Michel Blazy, Andrea Caretto/Raffaella Spagna, Emmanuel Louisgrand, Lara Almarcegui

a cura di Piero Gilardi, Gianluca Cosmacini, Claudio Cravero
19 giugno 2009 – on going

Tra le urgenze degli artisti vi è spesso la creazione di un luogo a sé, stanza o luogo aperto, uno spazio contenitore in cui convivano diversità, un “Village Green”, un po’ come arcadicamente cantavano i Kinks nel ‘68 (storico gruppo rock inglese), nell’idea di dar vita a una terra linda e pastorale, senz’altro in linea con la modernità, ma incurante delle sue distorsioni. Village Green è anche il titolo che raggruppa i progetti in esterno del PAV. Nell’area verde intorno a Bioma, la collezione interattiva ideata da Piero Gilardi, prendono forma diverse installazioni che indagano innanzitutto il paesaggio nella sua commistione tra urbano e naturale. Con di Michel Blazy, si sviluppa a partire dalla messa a dimora di un centinaio di alberi dismessi dal Natale. Diventando infatti tutori per la crescita di nuovi ortaggi – secondo cioè un’idea di ricircolo temporale – i resti degli abeti sembrano evocare la Festa di Yule, un rito celtico simbolo di rinascita simile ai Saturnalia romani. Oppure Pedogenesis di Andrea Caretto e Raffaella Spagna, la doppia installazione che, attraverso Orto-Arca e Trasmutatore di Sostanza Organica, delimita un’area a destinazione orto-agricola, in una dimensione a metà tra pubblico e privato, per un fortunato vincitore estratto a sorte grazie a una lotteria. Mentre Emmanuel Louisgrand – artista, giardiniere e alchimista – rivisita la forma di una folie, cioè la dimora-capriccio del giardino alla francese del 18mo secolo, Lara Almarcegui è impegnata in un’azione di scavo che rende visibile la stratigrafia geologica del terreno, intrecciando storia naturale, industriale e passato sociale e antropologico.

Le opere di Michel Blazy e Emmanuel Louisgrand sono sotto il patrocinio dalla Délégation Culturelle de Turin Consulat Général de France.