Breathless
Andrea Polli
a cura di Gaia Bindi e Claudio Cravero
28 ottobre 2011 – 26 febbraio 2012
Protagonista dell’arte cosiddetta “estrema”, le creazioni che l’americana Andrea Polli (Chicago, 1968, vive e lavora ad Albuquerque, NM – USA) presenta nella sua prima personale italiana sono articolate sulla dialettica integrata di differenti media, spesso offrendo diverse modalità di lettura di dati tratti da contesti naturali. Le ultime sperimentazioni, in collaborazione con Chuck Varga, si sviluppano a partire da rilevazioni della qualità dell’ambiente. Si tratta di ricerche condotte con scienziati e meteorologi per sviluppare – attraverso il suono con un processo denominato “sonificazione” – sistemi di comprensione delle turbolenze, dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento atmosferico.
Comunicato stampa
Testo critico Gaia Bindi
Testo critico Claudio Cravero
In/Out/Around
a cura di Orietta Brombin
28 settembre – 16 ottobre
La mostra è dedicata al pubblico del PAV, non spettatore ma attore dei processi culturali e artistici, la cui esperienza di formazione diventa un racconto corale, punteggiato di forme, immagini, suoni e video. IN/OUT/AROUND è una selezione dei lavori realizzati, nell’arco di sei mesi, dai partecipanti ai workshop con gli artisti e ai percorsi laboratoriali che hanno coinvolto numerose scuole e gruppi del territorio. In accordo con il tema al centro dell’Art Program 2011, le Attività Educative e Formative hanno promosso una riflessione sulla corporeità, dimensione globale, esistenziale ed esperienziale dell’essere-nel-mondo. Il percorso di ricerca ha ricevuto stimoli importanti grazie ai workshop condotti da Marta De Menezes e da Evgen Bavcar.
Living Works
Eduardo Kac
a cura di Claudio Cravero
9 giugno – 25 settembre
Living works è la prima esposizione in Italia dedicata al controverso e dibattuto Eduardo Kac. Conosciuto come pioniere dell’Art Biotech e Transgenic art, l’artista esplora la ridefinizione delle categorie umane, biologiche e sociali, della comprensione del mondo. Edunia (2003-2008), uno degli studi più recenti di Kac sui temi dell’ibridazione, e leitmotiv della mostra al PAV, è il risultato della fusione transgenica tra una petunia e il DNA dell’artista. La pianta, offrendosi nella sua vitalità al tatto e all’olfatto del visitatore, dà modo di riflettere sulle possibilità biologiche di “divenire altro”. Attraverso l’arte transgenica è così prefigurabile una dimensione in cui un primo soggetto possa abitare la posizione di un secondo, riconoscendosi nell’“altro” in quanto parte costituente. E dove l’alterità rappresenta ricchezza per una nuova convivenza civile.
Il corpo che guarda
Evgen Bavcar
28 aprile – 29 maggio
Le fotografie di Evgen Bavcar (Slovenia, 1946, vive a Parigi) nascono nel buio. Sono foto che hanno in sé del provocatorio poiché scattate da un artista che è cieco dall’età di dodici anni. Per Bavcar la visione precede la vista e solo in un secondo tempo affiora nel buio, che è la dimensione tecnica propria della camera oscura e lo sfondo su cui l’artista trasforma le esperienze della quotidianità in metafore umane fatte di bagliori e riflessi. Nella serie Prospettive sul corpo (2011) – light box e proiezione video – tra gli aloni tipici del bianco e nero prendono forma dettagli di corpi e oggetti. Mani, porzioni di busti e protesi, rigorosamente indagate con il tatto, sono attraversate da una sorta di “terzo occhio”, poiché se l’occhio di un non-vedente corrisponde in apparenza all’intero corpo, pensato e agito nello spazio, è un occhio interiore a guardare. È lo spirito di un corpo che guarda.
Body Nature
Marta De Menezes, Dario Neira
a cura di Claudio Cravero
5 febbraio – 24 aprile
Body Nature rimanda alla natura intesa come corpo, ma anche al corpo in senso proprio, fatto di natura e in essa immerso, ossia agente vivente e comunicante nel mondo. Nell’esposizione a confronto i lavori dell’artista portoghese Marta De Menezes (Lisbona, 1975, alla sua prima presenza in Italia) e Dario Neira (Torino, 1963). Nella doppia personale le opere sono caratterizzate dall’impiego quasi esclusivo di materiali biologici (DNA, proteine, cellule, batteri) intesi principalmente come medium. Interpellando le più recenti ricerche biotech, De Menezes e Neira mostrano come il corpo sia di fatto assimilabile al resto del vivente in virtù della comune componente organica. Se uomo e mondo condividono la stessa natura, dunque il corpo non è altro che il filtro, la soglia attraverso la quale interno ed esterno comunicano.
Attivazioni del corpo-vivente
a cura di Orietta Brombin
12 – 30 gennaio
Attraverso video, fotografie e documenti, Attivazioni del corpo-vivente è la mostra-laboratorio degli esiti di alcuni workshop condotti con gli artisti nell’ambito delle Attività Educative e Formative del PAV. L’esposizione dà modo di indagare il corpo in rapporto al mondo, poiché la pelle è sì un confine, ma anche il luogo di transito tra sé e il mondo circostante. Al pubblico è restituita l’esperienza del workshop From genesis to revelation con Dario Neira (2009) e Feed my senses, la serie fotografica che ne è scaturita (2010); Gardening Drama, frutto del workshop Taking over con Andreas Gedin (2010) attraverso il video-racconto di Andrea De Taddeo; i laboratori Paesaggio Termico (2008), Candy Camera (2009) e Borderline (2009).