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SIC VOS NON VOBIS (PER VOI MA NON VOSTRA)
Andrea Caretto | Raffaella Spagna, Amit Mahanti e Ruchika Negi, Géraldine Py e Roberto Verde, Marie Velardi
a cura di Claudio Cravero
14 marzo - 4 maggio 2014
Il titolo dell’esposizione riprende un aneddoto latino nel quale Virgilio, di fronte al plagio di una sua opera, avrebbe risposto dicendo “Sic Vos Non Vobis” (Per voi ma non vostra). Si tratta di una frase che, in seguito e in altri contesti, è possibile trovare incisa su alcune fontane pubbliche di diverse città italiane.
Nell’esposizione Sic Vos Non Vobis diventa così una sorta di “statement” a ricordare quanto le acque scorrano naturalmente per loro stesse e a beneficio anche dei cittadini, pur essendo di proprietà di nessuno.
I lavori esposti disegnano una sorta di cartografia dell’acqua, il bene comune per antonomasia. Ma le opere indagano l’elemento da un punto di vista narrativo e cognitivo, al di là dell’immagine più immediata che la vedrebbe “contenuta” o “raccolta” nella forma di una fontana. I video, le installazioni, i disegni e documentazioni storiche (tra queste il documentario del 1949 prodotto dalla Compagnie Nationale du Rhône sulla costruzione della diga di Génissiat), mettono in evidenza quel gioco di tensioni tipico del potere e della volontà di controllo; le stesse forze che, tese tra loro, vedono l’acqua in bilico tra l’essere considerata un bene pubblico intoccabile e la sua privatizzazione a pura merce di profitto.
All’ingresso del PAV è allestita Robinet, installazione di Géraldine Py e Roberto Verde (1986, Francia; 1981, Italia). Da una sorta di rubinetto fuoriescono delle gocce d’acqua che bloccano il possibile volo di un palloncino gonfiato a elio. Nell’opera si palesano in modo tangibile gli sforzi spesso necessari per contrastare conflitti e tensioni, come quelli che investono l’acqua descritti da Shiva Vandana in Le Guerre dell’acqua. Nella serra è esposta inoltre la serie di acquerelli Aquifers di Marie Velardi (1977, Ginevra). Lo studio e la ricognizione di 37 falde acquifere in diverse parti del mondo rileva la precarietà di determinati territori e mette in luce come lo sfruttamento delle acque sotterranee sia strettamente collegato all’elemento “tempo”.
Sempre nella serra, come due superfici specchianti, è esposta Cracks I Seldom Reveal, la doppia proiezione video di Amit Mahanti e Ruchika Negi (1978, Shillong; 1979, Bangalore) del collettivo indiano Frame Works. La loro ricerca esplora la cosiddetta “Ecologia umana” intorno ai temi dell’acqua. Riflettendo su una geografia allargata e mettendo a confronto due precisi territori (Torino e lo stato del Sikkim nei pressi dell’Himalaya), Frame Works ragiona sulla dicotomia “accesso” ed “eccesso” delle fonti idriche, restituendo un’immagine speculare delle due aree. Nella project room, infine, è esposta Céromancie: sept questions au fleuve Rhône, di Andrea Caretto | Raffaella Spagna (1970, Torino; 1967, Rivoli). Nell’installazione, formata da sette oggetti in paraffina esposti su un tavolo luminoso, i due artisti presentano il risultato di uno studio svolto durante una residenza presso Moly-Sabata (F), nel 2011, lungo il tratto del Rodano tra Valence e Lione.
Le sette sculture in cera costituiscono le risposte alle domande poste al fiume secondo la pratica tradizionale e divinatoria della ceromanzia. La volontà di controllo e l’esercizio del potere umano sul corso del fiume sono inoltre ben riassunti in Le contrôle des cinq écluses, video che testimonia l’attraversamento dei due artisti nel territorio rodaniano e che - sul modello delle telecamere a circuito chiuso - riporta la totale supervisione delle chiuse del fiume.
Nell’ambito della mostra, le Attività Educative e Formative del PAV, curate da Orietta Brombin, presentano dinamicoEstatico, laboratorio che osserva l’aspetto dell’acqua in superficie e nel suo incessante fluire. Sul piano della formazione per il pubblico adulto, dopo l’avvio della stagione 2014 dedicata alla Commons Art con Acqua che scorre non porta veleno, giornata condotta da Joe Quercia che grazie al role-playing ha affrontato il significato interiore dell’acqua, segue il 14 e 15 marzo il workshop condotto da Géraldine Py & Roberto Verde: I Vasi comunicanti. Tale fenomeno è fisico oltre che biologico ed economico e assume una forma globale, rappresentativa del principio olistico dove “Il tutto è maggiore della somma delle sue parti”. Tale modello è basato sulla solidarietà, lo scambio e l’equanimità, funzioni vitali che si manifestano già a livello cellulare nell’organismo vivente. Il progetto di costruzione collettiva vedrà la realizzazione di una rete di contenitori comunicanti - ottenuti con materiali di riciclo - il cui intento teorico è quello di dare spunto a conversazioni intorno all’economia di scambio, distribuzione di beni e capitali, metodi di sviluppo alternativi al mercato globale.
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