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WILD ENERGIES
Persone in movimento
Marguerite Kahrl, Marjetica Potrč
a cura di Marco Scotini
8 luglio – 23 ottobre 2016
Il progetto espositivo Wild Energies nasce a seguito della collaborazione tra Marjetica Potrč e il PAV nell'ambito della mostra Vegetation as a Political Agent, culminata con la pubblicazione del libro The Soweto Project - edito da Archive Books nel 2014. L’idea di Participatory design e quella di Social architecture, sviluppate dall’architetto e artista slovena negli ultimi anni, vengono declinate in questa occasione in una mostra comune di Marjetica Potrč e Marguerite Kahrl, che tornano a lavorare insieme dopo il progetto Rainwater Harvesting, presentato presso la Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia) nel 2010.
Il nuovo progetto comune parte da un'analisi delle aree urbane attorno al PAV, svoltasi nell'ambito del workshop collettivo Wild Energies: vento, fuoco e persone in movimento, tenuto dalle due artiste a partire dal Marzo 2015. L'obiettivo del workshop era quello di pensare in modo nuovo lo spazio comunitario estendendo i principi del Parco Arte Vivente all’immediato contesto urbano. I principi della Permacultura si sono rivelati gli strumenti più adatti ad analizzare e individuare i punti nodali (ambientali e sociali) sui quali agire, nell’aspirazione di sviluppare un progetto site specific in grado di identificare quelle realtà del contesto urbano che potessero porsi come forze resilienti.
Nel corso di un processo collettivo e aperto, nel quale le dinamiche, le relazioni e le conoscenze acquisite lungo il percorso sono ben più importanti del risultato finale, una serie di workshop condotti da Marguerite Kahrl e Marco Regoli, con la supervisione di Marjetica Potrč, portano alla creazione di una piattaforma di foodsharing. Un progetto on site, veicolo di dialogo e incontro tra gli abitanti del quartiere, volontari e migranti richiedenti asilo, pensato come un possibile modello di costruzione di una comunità solidale attorno al PAV. La mostra includerà i lavori degli artisti del gruppo, così come gli oggetti relazionali utilizzati per costruire il progetto partecipativo.
Accanto all'esposizione relativa all'esperienza del workshop Wild Energies, saranno in mostra opere personali delle artiste, create in contesti differenti, ma nondimeno strettamente collegate ai principi dai quali è scaturito il progetto sviluppato al PAV e necessarie a comprenderne appieno le dinamiche relazionali ed estetiche. Marjetica Potrč porta nuovamente al PAV l'esperienza di The Soweto Project, realizzato insieme agli studenti del corso di pratiche partecipatorie Design for the Living World, nel contesto sudafricano. The Soweto Project si sviluppa nell'omonima area urbana di Johannesburg, lavorando insieme per e con la comunità locale. “Sin dal primo incontro con la comunità, noi diciamo: non è il nostro progetto, è il vostro progetto!”, dichiara Marjetica Potrč. Il lavoro culmina nella costruzione di un parco attrezzato per ospitare qualsiasi evento sociale e culturale, riqualificando lo spazio in modo da sottrarlo alla criminalità e alla speculazione privata. Il ciclo di lavori Notes on Partecipatory Design mettono in mostra la stessa metodologia di lavoro della Potrč, basato sul dialogo, il coinvolgimento e la responsabilizzazione delle comunità, nel processo della realizzazione di progetti che si rivelino concretamente utili e sostenibili.
Le sculture in canapa di Marguerite Kahrl, rimandano alla bioregione nella quale l'artista vive e lavora, il Piemonte, storicamente celebre per la produzione di tale tessuto. Una tradizione gradualmente dimenticata con l'avvento dell'economia industriale, a dispetto delle qualità e del potenziale come risorsa economica e ambientale. Le sculture, i video e il ciclo di acquerelli sono ispirati ai Los Caprichos di Goya, che Kahrl utilizza come un archivio di tipi caratteriali utili ad una riflessione artistica tutt'ora valida. I pupazzi cuciti nei workshop condotti dall'artista invece, toccano in maniera poetica e al contempo relazionale il problema etico dell'auto-rappresentazione dei territori in trasformazione e delle comunità migranti.
L'opening di Wild Energies coincide con la presentazione al pubblico degli esiti del primo anno di sperimentazione della Libera Scuola del Giardino, progetto nato come approfondimento laboratoriale delle tematiche sviluppate nella mostra Grow It Yourself. Il percorso, condotto da Wapke Feenstra del collettivo myvillages, Andrea Caretto|Raffaella Spagna e coordinato da Orietta Brombin, si è articolato in fasi di studio, coltivazione e trasformazione delle specie botaniche. Sono state progressivamente avviate produzioni temporanee per la vendita e lo scambio di prodotti, ottenuti attraverso la coltivazione delle materie prime, la loro raccolta e lavorazione. Dalla coltivazione del giardino, dalle aree spontanee e da tutto il territorio del PAV, prende avvio l’elaborazione di prodotti stagionali ottenuti attraverso la coltivazione delle materie prime; a questa filiera di produzione si aggiungono la realizzazione di confezioni che presentino le materie trasformate in una forma adatta allo scambio e alla commercializzazione.
All’interno delle iniziative previste per l’approfondimento della mostra Wild Energies. Persone in movimento le Attività Educative e Formative del PAV propongono Microviewlab laboratorio per le scuole secondarie di primo e secondo grado. Durante la visita alle opere, gli elaborati realizzati all’interno della Libera Scuola del Giardino mostrano il passaggio dalla terra al prodotto finale, atto conservativo delle proprietà biologiche e azione trasformativa che sottintende la coniugazione di natura e cultura. L’attraversamento di Jardin Mandala, opera-giardino di Gilles Clément collocata sul tetto del PAV, il cui edificio è costruito secondo i principi della bioarchitettura, consentirà inoltre di aprire una riflessione sul processo di trasformazione del vivente teorizzato dallo stesso Clément ne Il Giardino in Movimento.
Strumenti comunemente utilizzati nelle analisi scientifiche (capsule petri, becker, falcon) vengono impiegati in laboratorio per la creazione di micro paesaggi in trasformazione in cui gli elementi naturali divengono metafora del passaggio che vede la materia in continua trasformazione.
La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT.
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