ISABELLA MONGELLI + THE COOL COUPLE

ESTINZIONE

22 LUGLIO 2020

Nel romanzo di Thomas Pynchon Gravity Rainbow, tra i diversi slittamenti temporali che si intersecano nella complessa trama, ci imbattiamo in Franz van der Groov, antenato di una delle figure centrali del romanzo, Katje. Katje, spia doppiogiochista olandese che vive durante la Seconda Guerra Mondiale, diventa il ponte che ci conduce ad una breve parentesi narrativa collocata oltreoceano, ai tempi delle imprese coloniali olandesi sull’isola di Mauritius. Da tempo immemore, Mauritius costituiva l’ambiente ideale per il Dodo, il cui antenato, un uccello abile al volo di circa 35 cm, era verosimilmente arrivato sull’isola dall’Asia Meridionale. L’ambiente generalmente favorevole e la scarsità di predatori causarono una progressiva atrofizzazione delle ali del sempre più pacifico e imbolsito Dodo, che non aveva più alcun motivo di utilizzarle per scappare e proteggersi. Almeno fino all’arrivo dei coloni portoghesi. Sebbene le storie di marinai intenti in vere e proprie cacce al Dodo si siano rivelate un mito per lo più infondato, l’estinzione del placido uccello va comunque attribuita alla presenza umana. L’importazione di specie alloctone da parte dei coloni danneggiò irrimediabilmente questa specie, sia in modo diretto (predazione), sia indiretto (consumo dei frutti, distruzione o predazione di uova).

  Il termine Dodo deriva dal portoghese doudo, ovvero sempliciotto, probabilmente per l’impacciato movimento. Gli olandesi lo chiamavano invece il walgvogel, che significa uccello disgustoso. È con questo spirito che, nel romanzo, Franz van der Groov va alla caccia dei Dodo, sterminandoli con furore mistico, credendoli creature sataniche per via della loro bruttezza.

  L’estinto Dodo e il suo ipotetico ritorno tra le specie viventi è il presupposto eroi-comico da cui prende le mosse Dodo Resurrection di Isabella Mongelli, introdotto in questa prima uscita di Pando tramite il video Flightless Solitaire. Nell’estinzione di un piccolo e buffo uccello causata dall’essere umano, possiamo ritrovare un riflesso miniaturizzato dell’ipotesi della Sesta Estinzione descritta dal premio Pulitzer Elizabeth Colbert nel celeberrimo testo omonimo. Dopo aver introdotto le big five, le cinque grandi estinzioni di massa, ovvero cinque periodi di massiccio sovvertimento dell’ecosistema terrestre, con scomparsa di un grande numero di specie viventi, causate da eventi come fenomeni di vulcanismo o asteroidi che hanno colpito la Terra milioni di anni fa, Colbert descrive il periodo di progressiva estinzione che stiamo attraversando oggi: la Sesta Estinzione, quella causata dall’uomo.

  L’arcobaleno che dà titolo al romanzo Gravity Rainbow altro non è che un delicato soprannome per la parabola descritta dai missili nazisti V2 prima di abbattersi sul territorio inglese. Oggi i cieli del vecchio continente non sono più solcati da missili, ma da innumerevoli voli low cost o vettori commerciali, come la flotta di Amazon, menzionata traccia n.3 di Karma Fails, che in questa prima uscita apre il contributo di The Cool Couple.

  La violenza, almeno nel vecchio continente, ha cambiato modalità e lessico. Eppure proseguono guerre commerciali, guerre d’informazione e imprese neo-coloniali, attività di estrazione, consumo incondizionato di energia fossile. Se potessimo volare “come la flotta di Amazon, attorno alla Terra”, recita una voce suadente in Informazione, vedremmo “ghiacci eterni che collassano, aree terremotate, città-regione, isole artificiali, laghi tossici, miniere a cielo aperto, foschie dorate, vortici di plastica alla deriva negli oceani”. Vedremmo il segno della “creatività umana ha incontrato l’armonia ancestrale dell’universo trasfigurando completamente la struttura del nostro pianeta, un’opera d’arte sferica e vivente, che durerà per ere dopo di noi”.

  Se potessimo volare come la flotta di Amazon attorno alla Terra, potremmo leggere i sottotitoli dell’ennesimo episodio di una serie arrivata all’ennesima stagione, iniziata dopo la Rivoluzione Industriale – quelle serie che cominciano in maniera affascinante e dopo un po’ diventano tediose, ma non riesci a smettere di guardarle, come se avessi sviluppato una sorta di relazione tossica che ti vincola al plot.

  Ma, esattamente come il Dodo, non siamo in grado di volare.

DODO RESURRECTION (IN A DIGITAL ENVIRONMENT)
ISABELLA MONGELLI, 2020
video, 4’00”

Dodo Resurrection è l’ultimo capitolo della trilogia di Splendor Solis (Splendor Solis, Delphi Situations e Dodo Resurrection), un progetto performativo e installativo – le prime due parti sono già state presentate da Isabella in occasione della quarta edizione di Teatrum Botanicum.  Splendor Solis e i suoi personaggi abitano una sfera visionaria, non perché privilegino la fantasia come fuga dalla realtà, ma per una scelta precisa di avventurarsi nel colore, nel magico e nel manierismo (una forza che produce novità, nell’impossibilità di riprodurre fedelmente), nel richiamo del passato e del futuro, nel presente come bacino di elementi che non vanno commentati ma che spingono oltre.
    Splendor Solis unisce elementi che nella realtà raramente troveremmo insieme. Qui vengono giustapposti, fatti dialogare, scontrarsi, flirtare e strusciare in base ad un particolare gusto per le corrispondenze, creando un tutto inedito, nonsense e barocco. Gli oggetti in campo sono il sole, l’estinzione del Dodo nel XVII secolo, i tramonti russi, Marc Rothko che li osserva prima di emigrare in America, il colonialismo, il colonialismo che genera l’estinzione, la temperatura che aumenta e così la propriocezione dell’essere umano, la ricerca del vero, l’orizzontale e il verticale che si incontrano nel punto piega, la divinazione, l’auspicio, il coccodrillo, i sogni. In fase di ricerca, Isabella si è immersa in un fertile dialogato con l’antropologo Michel Taussig a proposito del global meltdown, assumendo come base gli scritti sul suo progetto artistico Theatre of the Sun. Il progetto è attraversato da una speciale passione per la natura, per gli animali, la magia, lo studio sui retaggi del colonialismo e si avvale di  un uso del linguaggio orpellato di corrispondenze inedite, talvolta strabordanti.
    Dodo Resurrection è stato prodotto nel corso di Splendor Solis to Dodo Resurrection, progetto sperimentale pensato per essere realizzato nel corso di una residenza di quattro settimane nel glass cube di Combo a Milano. In un’atmosfera illuminata da un sole sinistro, il Dodo, uccello incapace di volare, estintosi nel XVII secolo all’arrivo dei portoghesi sull’isola di Mauritius, risorge. Si ritrova incredibilmente in vita tra le rovine di Pompei: di lì, una serie di sfide lo condurranno a conquistare il Vello d’Oro, permettendogli finalmente di volare. Animato dalla metamorfosi, dal senso di perdita del suo originale stato di natura e da quel che potremmo definire una sorta di spirito eroicomico, il Dodo cercherà di compiere un processo di adattamento, inteso come la “forte fortezza di ogni forza”. Pervasa da una forte sensazione di alterità, la performance riflette proprio sull’idea di adattamento, sulla capacità di mimesi e sulle possibilità di un’inedita nozione di trascendenza generata dall’ambiente in cui viviamo, una realtà che è al contempo  (completamente) fantascientifica.

Se Dodo Resurrection indica l’originale performance live (presentata lo scorso 8 Luglio negli spazi di Combo), Dodo Resurrection (in a digital environment) è la declinazione del lavoro specificamente creata per Pando: Isabella ha estrapolato frazioni dell’originale,  amplificandoli per questo peculiare display digitale, sfruttando alcune potenzialità difficilmente risolvibili nella dimensione dal vivo e fornendo uno sguardo ravvicinato sul piano visivo e concettuale. Alcuni elementi vengono qui approfonditi, un surplus che non vuole sostituire il live né documentare o ricreare integralmente tutta la performance. Grazie al mezzo digitale verranno esplorati testi e riferimenti, indicazioni bibliografici, mappe concettuali, specifici dettagli che solitamente non vengono condivisi con il pubblico dal vivo. Contestualmente al lavoro, Isabella ha creato diversi props di scena, che qui assumono una dimensione centrale: scarpe speciali, un libro d’ore, una statuetta del Dodo che imita un ipotetico calco degli scavi di Pompei Dodo Resurrection (in a digital environment) si dividerà in quattro uscite.
    Nella prima, Flightless Solitaire, il Dodo risorge a Pompei. Secondo alcuni scienziati, la prospettiva per la quale in futuro sarà possibile riportare in vita specie estinte non è da escludere né tantomeno ritenersi una possibilità remota e improbabile, ma che grazie agli studi sul DNA, in capo a qualche decennio potremmo effettivamente assistere al ritorno di animali come il nostro Dodo sulla scena degli ecosistemi terrestri
    Nondimeno, oggi il mondo anglosassone utilizza l’espressione “as dead as a Dodo!” per indicare un cosa definitivamente finita, estinta, morta, terminata. La scena che apre Dodo Resurrection è una sorta di incipit da science-fiction, un what if scientificamente verosimile e al contempo contestualizzato in uno scenario improbabile che si offre a noi come stimolo capace di innescare riflessioni sulla contemporaneità. La danza della performer vestita di viola, immortalata in  un video dall’estetica che volutamente strizza l’occhio ai social network, simboleggia la risurrezione del Dodo tra le rovine di Pompei, in un futuro in cui il tramonto è perenne, temporalmente esteso. Il tramonto è un elemento del linguaggio della performance: a partire dall’affermazione di Michael Taussig “language is the ultimate magical trick”, l’atmosfera del video si crea attraverso il linguaggio e la gestualità, attraverso una forma propriamente coreografica alternata a modalità discorsive che raccontano il Dodo come portavoce e simbolo di tanti personaggi che, nelle parole di Isabella, “se ne sono andati perché non erano adatti allo spazio e al tempo in cui si sono trovati a vivere”. Ad esempio, studiando alcuni scritti di Marc Rothko, Isabella ha immaginato il celebre artista e il Dodo come amici, attraverso un linguaggio magico, simpatetico e animistico.

KARMA FAILS
THE COOL COUPLE, 2016-ONGOING
tracce audio

Karma Fails è il primo capitolo di Turbulent Times. Nothing Happens in Nice Weather, una ricerca che si interroga sullo stato dell’umanità nell’Antropocene. Con il consolidamento dei “poteri dolci” in seguito al collasso del contratto sociale, tutti i problemi sono diventati una sfida personale per una vita migliore. Nel frattempo, il conflitto globale del potere si sottrae sempre più al nostro sguardo e il pianeta è alla soglia di una crisi globale la cui portata è difficile da prevedere.
    L’ideologia individualista del benessere trova una perfetta rispondenza nell’esplosione di successo della meditazione. Spogliata dei suoi valori originali e dotata di un nuovo set ideologico, questa pratica millenaria è diventata uno strumento biopolitico malleabile e capillare, che bypassa i cortocircuiti della mente per incrementare la performance della forza lavoro: soldati, giocatori dell’NBA, atleti olimpionici, impiegati, manager, e qualunque persona affascinata dall’idea del mood hacking, praticano meditazione per curare lo stress post-traumatico, per aumentare la concentrazione o il rendimento, per migliorare le condizioni sul posto di lavoro o in cerca di una forma di cura omeopatica. Il risultato è un cosiddetto “Big Business”, che tiene una percentuale sempre crescente di individui occupati, mentre il mondo brucia.
    Di fronte a questo fenomeno, abbiamo deciso di appropriarci della meditazione e sfruttarne la malleabilità per elaborare un generatore di pensiero critico. Attraverso un finto studio di meditazione, Meditation Is Visualization, elaboriamo strategie partecipative con cui decostruire gli stereotipi dominanti del tardo capitalismo.

INTRODUZIONE

Questa esperienza meditativa può essere ripetuta liberamente, senza limiti, per rinforzare la tua disposizione alla positività. Le registrazioni fanno uso di suggerimenti vocali, accompagnati da suoni di sottofondo e musiche meditative, per stimolare un migliore stato di rilassamento, cambiamento interiore, per rimuovere blocchi mentali negativi e per stimolare terapie di guarigione autogestite; vengono impiegate tecniche dai campi dell’ipnoterapia, della psicoterapia moderna, della trance, del rilassamento guidato, della psicologia comportamentale e della meditazione. Consigliamo di ripetere l’ascolto di ogni traccia più di una volta e con una certa regolarità, per aumentare l’accumulo di energie positive e incrementare i tuoi successi personali
    Il potenziale per un cambiamento positivo risiede nella tua mente. Se decidi di accettare i suggerimenti presenti in questa sessione, puoi rilassarti, sapendo che sei al sicuro in un ambiente controllato, dove potrai godere pienamente di questa esperienza.
    Le registrazioni non sostituiscono in alcun modo farmaci e prescrizioni mediche; né sono concepite per contraddire o negare alcuna diagnosi medica. Per favore, consulta il tuo medico per ogni eventualità.
    
Non ascoltare queste registrazioni durante la guida o mentre manovri macchinari industriali. Dedicati a questa sessione solo quando ti trovi in una condizione di sicurezza e comfort. Per maggiori informazioni e altre meditazioni guidate, visita www.meditationisvisualization.com

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