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BREATHLESS
Andrea Polli
Realizzata in collaborazione con Chuck Varga
a cura di Gaia Bindi e Claudio Cravero
28 ottobre 2011- 26 febbraio 2012
Considerata tra i protagonisti dell’arte ecologica cosiddetta “estrema”, Andrea Polli (Chicago, 1968; vive ad Albuquerque, New Mexico), nella sua prima personale italiana presenta una serie di opere articolate sulla dialettica integrata di differenti media, offrendo diverse modalità di lettura di dati tratti da contesti naturali. Realizzati in collaborazione con Chuck Varga, i lavori in mostra nascono da rilevazioni della qualità ambientale dell’aria, raccolte lavorando in equipe con scienziati e meteorologi, e sviluppando, attraverso un processo chiamato “sonificazione”, sensibili sistemi di comprensione di differenti fenomeni naturali.
Nella mostra Breathless (lett. senza fiato), l’inquinamento atmosferico, lo scioglimento dei ghiacci, il riscaldamento globale o una semplice tempesta rappresentano i testimoni viventi delle alterazioni climatiche a cui stiamo assistendo. Intese, infatti, anche come segni dei cambiamenti culturali della storia evolutiva dell’uomo, le metamorfosi climatiche analizzate e interpretate da Polli si offrono come esame dell’impatto del clima sul futuro della vita, sia a livello locale che globale. In Breather e Cloud Car, installazioni ambientali site specific nella corte del PAV realizzate a partire da due vecchie Fiat 500 – utilitarie scelte come simbolo del grande boom economico italiano – l’artista estende il rapporto uomo/natura al più ampio contesto sociale. Mentre in Breather l’auto è avvolta da una cupola trasparente che, grazie a un sistema di gonfiamento e rilascio dell’aria si comporta come un polmone teso al soffocamento, in Cloud Car l’auto è dotata di un dispositivo di nebulizzazione – sempre attivato da sensori di movimento al passaggio dei visitatori – che rende l’aria un fatto tangibile e visibile. “Ogni discorso sull’ambiente – commenta l’artista – inevitabilmente tocca il soggetto ‘automobile’; mezzo e strumento considerato essenziale per la vita quotidiana nei paesi industrializzati, ma i cui benefici hanno un prezzo per l’ambiente molto alto: dall’inquinamento dell’aria alla congestione stradale, al disagio acustico”.
A livello sociale, l’essere umano e la città possono allora essere considerati un tutt’uno nella necessità di trovare un equilibrio ambientale che fonda organico e inorganico, e dove la tecnologia possa forse diventare esempio utile per favorirne la comprensione. A questa dimensione di evidenza meteorologica si accede da subito, varcando l’ingresso del PAV e attraversando una cascata, Particle Falls, che riproduce in un flusso costante di luci acquose i dati sulla presenza di particolato nell’aria, captati da un nefelometro, processati da un computer e infine proiettati sulla parete dell’entrata che fa da anticamera alla serra. Qui, il pubblico è accolto dalle sonorità avvolgenti del lavoro tratto dalla serie Atmospherics/Weather works, presentata per l’occasione in forma di installazione sonora a quattro canali ma in realtà progetto più ampio di sonificazione dei dati meteorologici del vento e dei cicloni. Immerse in questo ambiente sonoro, le documentazioni video delle installazioni realizzate a New York, New Delhi e San Jose contestualizzano il lavoro di Andrea Polli e allo stesso tempo ne espandono la portata a livello globale, come globali sono gli effetti delle scelte, dei comportamenti e degli indirizzi dello sviluppo e dello stile di vita che l’uomo sta imponendo al pianeta.
Nella project room, infine, sono presentati il video-documentario Ground Truth, girato nel corso di una spedizione scientifica in Antartide, e N., elaborazione video dei dati atmosferici rilevati al Polo Artico, lavori che evocano mondi lontani, rarefatti, estremi, eppure strettamente legati ai luoghi della nostra quotidianità, tutti equidistanti rispetto al tema centrale dell’equilibrio globale.
Nell’ambito delle Attività Educative e Formative del PAV, a cura di Orietta Brombin, i temi proposti in Breathless, saranno approfonditi, a livello cognitivo ed espressivo, attraverso l’attività di laboratorio Ibridazioni / Ascoltare Segni. In atelier si cercheranno corrispondenze tra suono e colore al fine di produrre materiali grafici udibili e musiche visibili, percorrendo la strada aperta da Andrea Polli con l’opera Atmospherics.
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