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INTERNATURALITÀ
a cura di Claudio Cravero
8 maggio – 15 dicembre 2013
L’esposizione intende approfondire alcune ricerche e pratiche dell’arte contemporanea, genericamente indicate come “Arte ecologica” o “Bioarte”, mostrando i legami e le connessioni con il dibattito ecologico in corso. Le opere d’arte proposte nell’ambito di Internaturalità assumono a tutti gli effetti un ruolo essenziale quali vettori di legami sociali e di comprensione del mondo che ci circonda, riuscendo a rendere tangibili significati spesso astratti circa l’ambiente e la deriva ecologica (dalla perdita della biodiversità all’inquinamento o al riscaldamento globale).
Dai lavori dei sedici artisti in mostra emergono visioni e narrazioni della natura che coincidono con il concetto di “internaturalità”, vale a dire la capacità di immaginare un’ibridazione tra le diverse accezioni della natura, bene comune non solo dell’umanità ma di tutti gli esseri viventi. In mostra è esposta Perpetual Amazonia, installazione video-ambientale di Lucy + Jorge Orta. Commissionata nel 2010 dal Natural History Museum di Londra, si tratta di una vera e propria narrazione per immagini e in forma di prosa della spedizione condotta nella foresta pluviale peruviana.
Lo studio della natura è però anche esplorato da un punto di vista etologico nel lavoro di Henrik Håkansson, video-documentario che esamina il comportamento di una specie particolare di insetti. In questa prospettiva si collocano anche 108, installazione vivente di Luana Perilli che consiste in un ambiente domestico in cui trovano posto oggetti quotidiani e una colonia di formiche; Colombaia mobile di Filippo Leonardi, struttura abitativa che mette in comunicazione due spazi attraverso l’impiego di colombi viaggiatori e, infine, la costruzione nel parco di una scultura modellata sull’esempio delle mappe sotterranee tracciate dai roditori di Laurent Le Deuff.
Nell’esposizione è in seguito indagata la relazione uomo-natura rispetto alla comune matrice organica e cellulare che unisce esseri viventi e ambiente, così come avviene nell’installazione interattiva Bio-acqua di Piero Gilardi o nei processi biologici analizzati in una cava mineraria da Andrea Caretto e Raffaella Spagna. Attraverso la perfomance rituale di Brigitte de Malau e il lavoro sullo scarto e lo spreco alimentare di Norma Jeane, Internaturalità esplora anche la terra e le abitudini nutrizionali ad essa collegate.
Non ultimo, alcune opere in mostra intendono innescare la presa di coscienza rispetto a comportamenti tipici dell’homo consumer, azioni finalizzate alla stretta mercificazione della natura e dei profitti legati al commercio cosiddetto bio (come nel lavoro-manifesto New Alliances del CAE|Critical Art Ensemble e nell’installazione luminosa Shelf-life di Uli Westphal). Una serie di riflessioni di carattere culturale circa i temi del linguaggio completa infine la collettiva. In questa direzione sono presentati gli esiti del workshop Segni d’incontro condotto da Nja Mahdaoui e Agostino Ferrari, e Mixture of Plants di Gabriella Ciancimino. Installata negli spazi della corte, l’opera è costituita da un apparato sonoro in cui è filodiffusa, come nelle trasmissioni radiofoniche, una conversazione tra l’artista e Christian Berg, specialista del Giardino Botanico di Graz.
Nell’ambito della mostra, le Attività Educative e Formative del PAV, curate da Orietta Brombin, propongono Rerum Naturae, format sul ruolo dell'uomo in relazione ai fenomeni naturali; Coltivare Segni che affronta i temi dello scambio e della relazionalità e Delicatessen, ovvero la materia commestibile come medium artistico. Sul piano della formazione per il pubblico adulto, venerdì 31 maggio, sabato 1 e domenica 2 giugno Andrea Caretto e Raffaella Spagna condurranno il Workshop_33/ Back and Forward_Colonizzazione_02, attività collettiva e immersiva basata sull’abitare e sul lavorare quali metodi per l’esplorazione di un luogo.
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