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a cura di Marco Scotini
11 marzo - 28 maggio 2023
Venerdì 10 marzo, il PAV è lieto di presentare Macchine del Dissenso. Dai Social Forum alla Giustizia Climatica, doppia esposizione personale di Marcelo Expósito (Spagna, 1966) e Oliver Ressler (Austria, 1970). Facendo seguito al solo show Tierra di Regina José Galindo, la nuova mostra, a cura di Marco Scotini, torna ad indagare il rapporto tra impegno per la giustizia climatica e critica radicale al neoliberismo, in una prospettiva corale e collettiva.
Entrambi filmmaker e autori di opere text-based, Marcelo Exposito e Oliver Ressler sono tra i maggiori esponenti di quella relazione tra arte e attivismo che in tutto il mondo, all’inizio del millennio, crea immaginari, nuove forme di soggettività e possibilità di vita, generando modelli estetici e forze politiche e sociali. Attivi da oltre venti anni, i due artisti operano nell’ambito di sperimentazioni collaborative legate all’emersione di quei movimenti sociali che il filosofo Gerald Raunig descrive come “macchine”, un’immagine debitrice di Deleuze e Guattari e del pensiero operaista italiano.
La mostra si apre con un messaggio di denuncia: la sostenibilità ambientale sarà il prezzo del trionfo delle politiche neoliberiste e l’esaltazione del privato a discapito del pubblico. È quello che, quasi letteralmente, leggiamo nell’opera di Oliver Ressler che apre la mostra, unitamente all’altrettanto esplicito messaggio di Every round-trip ticket on flights from New York to London costs the Arctic three more square meters of ice. La serie Reclaiming Abundance si focalizza sulle trasformazioni necessarie ad una società a zero emissioni, mentre How Is the Air Up There ci mostra chi già oggi la rivendica; è la storia degli attivisti che hanno occupato gli alberi della foresta di Hambacher riuscendo ad impedirne la distruzione, come apprendiamo nel video The Path is Never the Same. Infine Anubumin (film realizzato in collaborazione con Zanny Begg) si concentra sulla storia di sfruttamento ed oppressione neo-coloniale della piccola isola di Nauru e dei suoi diecimila abitanti.
I lavori di Marcelo Expósito indagano lo sviluppo della città post-fordista durante il lungo ciclo della globalizzazione neoliberista, evidenziando le relazioni tra l'attuale crisi sistemica e l'emergere di nuove soggettività politiche. Temi che delineano una linea di ricerca pazientemente dipanata dall’artista spagnolo per diversi decenni: oggi, questa indagine si focalizza sull’insostenibilità dei modelli che configurano l’esistenza nelle metropoli e l'evoluzione autoritaria del neoliberismo in tempi di crisi globale. Lungi dal limitarsi a proporre una sorta di osservatorio sulla natura strutturale dell’oppressione capitalista, l’indagine di Expósito si fa forza del dialogo con i movimenti femministi, anti-razzisti, delle dissidenze sessuali, per la giustizia climatica, illustrando la loro puntuale capacità di pensiero critico e di azione, coerentemente alla lezione di Gramsci, per il quale «non c'è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale, non si può separare l'homo faber dall'homo sapiens». Proprio il pensiero di Gramsci ed altre figure chiave della storia politica del 900 (da José Carlos Mariátegui a Mario Tronti, passando per Françoise d'Eaubonne e Berta Cáceres) supporta il corpo di opere Perchè il naufragio non avvenga.
Il video First of May (La Città-Fabbrica) - prodotto nel 2004 per la 3ª Berlin Biennale -, dialoga con l’analisi dei cambiamenti nel lavoro che si sono concretizzati con l’imporsi del post-fordismo proposta da Paolo Virno, concentrandosi sulle trasformazioni che hanno segnato il Lingotto di Torino. Il dialogo con il territorio del PAV torna in tre piccoli pezzi inediti che riflettono sul nostro rapporto con la terra sul piano metaforico e politico, specificamente realizzati per questa mostra a partire dalle specie di piante presenti nel parco del PAV.
Partendo dalla testimonianza dei movimenti che hanno precocemente mostrato la natura oppressiva della globalizzazione, Macchine del Dissenso mette a fuoco la continuità del percorso di Exposito e Ressler, una traiettoria che dalle lotte No-Global conduce alle forme di mobilitazione che si fanno carico della difesa della terra e della giustizia sociale.
Nell'ambito della mostra le AEF Attività Educative e Formative del PAV propongono al pubblico Semi per il cambiamento. In relazione alle ricerche degli artisti, nelle quali emerge il tema delle pratiche di attivismo ambientale, il laboratorio propone una riflessione sui diritti universali di tutti gli esseri viventi e, a partire dai bisogni quotidiani e dai vissuti relazionali, le possibili definizioni del concetto di tutela ambientale affinché il nostro ecosistema sia preservato per la sopravvivenza e il benessere di tutti.
La mostra è realizzata con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Regione Piemonte, Città di Torino.
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