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Workshop_13 Disegnare il giardino
Condotto da Emmanuel Louisgrand
26 marzo 2010
Progettare con il vivente può voler dire adeguarsi ai tempi della natura, saper aspettare, accettare ritmi differenti da quelli ai quali siamo abituati. Il workshop Disegnare il giardino, a cura dell’artista francese Emmanuel Louisgrand, rientra nella prospettiva e dà continuità al campo di indagine aperto da Piero Gilardi nel workshop_12.
La Folie du Pav, progettata da Louisgrand per il parco, è una scultura/giardino concepita per essere realizzata nell’arco di due anni, sotto gli occhi del pubblico; è la creazione di un luogo in trasformazione. Il tempo dell’attesa della stagione adatta alla semina e alla crescita della vegetazione ha dato all’artista la possibilità di condividere il suo progetto in corso di realizzazione con un gruppo di cittadini. È così che, partecipando al workshop, quindici tra studenti, giovani artisti, insegnanti e architetti del paesaggio hanno contribuito a determinare il disegno di un giardino d’artista.
Al momento del workshop, la scultura/giardino - che prende il nome da uno degli elementi caratterizzanti il giardino classico e il parco informale ottocentesco, che rappresenta sorpresa e bizzarria, ma è anche landmark, dimora verde, osservatorio - stava superando la sua prima stagione. Eretta nell’estate 2009 con il coinvolgimento dello staff del PAV, che ha contribuito a innalzare la struttura a torre arancione priva di fondamenta che si erge nel terreno “così come si pianterebbe un albero”, per il primo anno è stata coltivata con piante annuali quali calendula, amaranto, reseda, artemis, con il fine di conoscere la natura del suolo e prepararlo per la stagione successiva.
L’interesse di Louisgrand per le piante tintorie svela la natura del progetto: il giardino de La Folie sarà luogo d’incontro, di condivisione, di osservazione, ma anche un atelier nel quale i gesti del giardiniere sono intimamente legati a quelli dell’artista e dell’alchimista, dove piante e fiori verranno raccolti per estrarre pigmenti naturali che saranno la materia prima di una nuova attività collettiva.
Per “disegnare il giardino” l’artista ha proposto ai partecipanti di esprimersi attraverso la collografia, una tecnica di stampa che consente di comporre una matrice in cartone con forme in rilievo. Il disegno realizzato, inchiostrato sulla parte sporgente o, in alternativa, sullo sfondo, in modo da ottenere la riproduzione in positivo o in negativo, si ottiene con una pressa per stampa di prova messa a disposizione da Louisgrand. Appartenuta all’anziano padre e risalente ai primi del Novecento, quest’affascinante macchina ha contribuito a rendere l’idea del personaggio: artista/giardiniere che segue ogni fase del suo lavoro, da quella progettuale a quella pratica della cura e conoscenza della terra che coltiva, e che, nell’ottica della continuità della tradizione, vuole diffondere, far conoscere, insegnare.
Le idee progettuali, presentate sotto forma di bozzetti, sono state impresse su carta in molteplici copie sperimentando l’utilizzo di tinture naturali, suscitate dalla narrazione dei lavori già realizzati dall’artista e dalla struttura nuda. Tra i progetti emersi c’è chi ha lavorato sul tema dello scorrere del tempo immaginando La Folie come una grande meridiana la cui ombra segna il passare delle stagioni e scandisce il ciclo di crescita dalla semina alla raccolta, chi ha evocato l’aspetto alchemico citando il messaggio “drink me” riportato sulla boccetta in Alice nel paese delle meraviglie, chi invece si è concentrato sull’aspetto botanico e compositivo.
Per rapportarsi fisicamente allo spazio ed entrare nella scala reale, la nomenclatura delle piante tintorie che verranno seminate durante la seconda annata è stata impressa su una grande porzione di tessuto non tessuto che è stata stesa e fissata sopra le quattro aree delimitate dalla passerella, a lasciare una traccia in attesa della semina effettiva. Nell’estate la struttura è stata arricchita da un reticolato sul quale il glicine, arrampicandosi, andrà a creare delle pareti verdi che formeranno una stanza; quattro cachi sono stati piantati a segnare esternamente i quattro vertici del giardino, in uno solo dei quadranti un fico segna il centro.
Osserviamo il tempo del vivente.
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