Il workshop Look for Green, condotto a novembre 2007 da Jun Takita, ha dato modo ai partecipanti di entrare in stretto contatto con le modalità operative dell’artista, con particolare riferimento alla sua opera Conversion de l’énergie, basata sul tema dell'evoluzione biologica determinata dall’irradiamento solare. Interessato a indagare la struttura della luce e i suoi recettori, Takita ripropone in sede di laboratorio la messinscena della fotosintesi, fenomeno della conversione d'energia per eccellenza. Alcuni organismi capaci di trasformare l'energia emanata dal sole sono in grado di svilupparsi e, nello stesso tempo, produrre le condizioni favorevoli alla vita della biosfera. Questa spontaneità nella reazione fotochimica è stata uno dei motori dell'evoluzione, dalla fase monocellulare rudimentale, fino alla comparsa della macchina complessa che è l'uomo: senza questo meccanismo, gli umani e le altre specie non esisterebbero.
Il gruppo di insegnanti, studenti e giovani artisti partecipanti, ha potuto compiere insieme all’artista un processo di decostruzione basato sulle proprietà della luce e le facoltà percettive dell’occhio umano. Dopo la raccolta di materiali vegetali presenti nel vicino parco cittadino, le foglie verdi sono state immerse in alcool puro. Questa procedura ha fatto sì che la clorofilla (pigmento verde delle foglie) si frantumasse e reagisse differentemente all’irradiamento dei fotoni; in camera oscura, illuminata da una lampada a raggi U.V., la visione cambia e la forma viene percepita con la coloritura rossa fluorescente. La doppia lettura del processo ci interroga, da un lato, sulla natura illusoria del fenomeno colore: “Si può infatti affermare che le foglie siano verdi?” - si domanda l’artista - “O le vediamo tali proprio perché esse, assorbendo grandi quantità di radiazioni luminose di colore rosso, arancio, blu e violetto non assorbono, riflettendolo, il verde dello spettro visibile e restituiscono il colore ai nostri occhi?”
Dall’altro, invece, é messa in evidenza l’importanza del fenomeno della fotosintesi per la globale esistenza sulla terra. Anche noi, infatti, spariremmo se le piante sparissero perché esse sono alla base della catena alimentare e gli allarmanti fenomeni ambientali ci dimostrano che la penetrabilità della fascia d’ozono determina provati effetti fitotossici, tra questi la riduzione o inibizione della fotosintesi e la riduzione di biomassa vegetale.